Friday, December 20, 2013

IL RISVEGLIO AL CREPUSCOLO

John dorme nel nostro letto. Ha gli occhi chiusi e le labbra aperte. E' giovane e ha il corpo pieno di cicatrici. Come il mio. Io le percorro e mi viene voglia di aprirgli la bocca e mordergli la nuca, mi viene voglia di respirargli addosso. E lui su di me. Lo guardo mentre dorme in questa stanza sospesa in mezzo all'universo, sull'isola di metallo e luci, ed è come se fossimo al di sopra di tutto. Al di sopra della guerra che è stata persa. Al di sopra del maglio della legge Alleata. Al di sopra di Fargate. Siamo sospesi in un'allucinazione di calore e fiato. Ripenso alle cose che ho fatto per lui. Sono sceso in guerra per lui. Mi sono sdraiato nel fango davanti alle urla dei Capitani. Io che non riesco a sopportare l'autorità nemmeno di me stesso e finisco col perdermi nella mia stessa energia turbinosa. Mi perdo nella tempesta dei miei capelli. Mi sono preparato all'idea che saremmo morti a Timisoara, insieme. E' finita che non siamo morti e ora siamo sdraiati nel nostro letto. 
Lo amo. E lo odio. Capisco anche perchè odio la sua fede per la causa Indipendentista. Capisco perchè ho odiato i suoi compagni. Perchè li ho tenuti lontani come una bestia rabbiosa per tutto il tempo. Perchè avrei voluto ammazzarli. Perchè loro sono la cosa che me lo tengono lontano. Perchè lui ha qualcos'altro da amare al mondo oltre a me. Io no. Lui amerà per sempre un'idea che io non capisco, è disposto a morire per quell'idea. Io sono disposto a morire per lui. Lo sono stato in passato. Sono disposto a morire per nulla. Letteralmente per nulla. Senza ragione, potrei morire e non mi peserebbe. Mi peserebbe lasciare lui. Ma non mi peserebbe la morte. Lui morirebbe per tutti loro, ama tutti loro, ama così tanto e così tante persone, che mi fa sentire solo. Mi fa sentire come se non lo avrò mai del tutto. Ma ci sono cose che ho imparato nella guerra. Le ho imparate senza accorgermene. Non ho imparato a credere nella bandiera marrone, almeno quanto non credo nella bandiera blu. Non credo in alcuna bandiera. Credo nella bandiera nera delle streghe, nel grigiore della nebbia di Victory. Credo nel fuoco delle candele. Credo nel sudore del sesso. Credo nel sale delle lacrime e nel ferroso sapore del sangue. Credo in molte cose, ma non nelle bandiere. Ma anche senza credere nella guerra, la guerra mi ha insegnato delle cose. La guerra mi ha messo davanti il demone Klaus Schmidt, che brucia di rabbia ed è calmo come un lago in inverno. E' una creatura terribile e meravigliosa, e l'ho osservato a lungo. Ho capito di essere come lui da qualche parte. Nemmeno io sono umano, come non lo è lui. Quando l'ho guardato negli occhi l'ho capito. Anche lui è fatto di stelle, come Cortes ha detto di me. Cortes ha detto che sono fatto di stelle. Io come le stelle voglio bruciare. Mi ricordo di colpo cosa si prova. Ed è stato John, non la sua famiglia. E' stato John a ricordarmi cosa si prova a bruciare. John e Schmidt, uno mi ha ricordato come si brucia, l'altro mi ha ricordato come ci si danna. 
Non fa nulla per quale causa. 
Non fa nulla se per nessuna causa, o per la causa di noi stessi. 
Io non ho una causa. Io ho la voce urlante della tempesta che mi ha scosso dentro portandosi le ombre. 


Poi è partito. I giorni passano. Il silenzio invade la stanza. Il letto non è cambiato, il letto è sempre lo stesso. Ma ora è vuoto. E' successo da un giorno all'altro. Ci sento ancora il suo odore, eppure non riesco a toccare le sue cicatrici. C'è solo il tessuto freddo delle lenzuola. Non so quando ho realizzato che qualcosa era successo, ma so che l'ho realizzato. Dopo i campi di battaglia, mi sei scivolato via tra le dita in silenzio, lontano da tutto. Non ero lì. Sei semplicemente svanito nel silenzio. E io sono rimasto da solo con lo specchio. Mi ci sono guardato di nuovo dopo molto tempo. Ho passato non so quante ore a immaginare il tuo corpo nel terriccio, pallido come la morte. Mi faccio del male. Mi sento soffocare, ma mi ripeto che devo prepararmi all'idea. Ti immagino morto e intanto mi guardo allo specchio. Mi chiedo se sopravviverei. E mi ripeto di sì, sopravviverei. Ma senza la tua voce e con il sapore dell'istinto che mi prende la gola pensando a come riportarti a casa, qualcosa si sta risvegliando in me. Quella creatura che avevo sepolto nella noia priva di sapore della mia vita dopo aver bevuto il sangue di Santiago, quella che ho combattuto per tutto il tempo durante la guerra, che Schmidt voleva stuzzicare e domare, incanalare. Quella creatura ha iniziato ad ululare nel mio petto. Caitlin la chiama labirinto. Dice che è un labirinto in cui ti perdi, da cui cerchi disperatamente di uscire fino a che un giorno capisci che è casa tua. Ci torni dentro da solo, di tua volontà. Per me non è un labirinto. Per me è una cosa viva. 
E' mio padre. Il mio vero padre. me lo avevano detto quella notte a Victory, me lo ricordo. Lui mi ama. Mi ama fottutamente, mi ha messo dentro quelle creature e io ho cercato di combatterle quando le sentivo salire su per il petto e nella gola, nere come la pece. Ma ora mentre mi guardavo allo specchio ho capito che quelle creature sono l'unica cosa che avrò sempre. Sono io. Sono quello che conosco. Loro, sono quello che mi aiuterà a proteggerti. Allora ho provato a lasciare la presa, a smettere di resistere. 

Le ho sentite scivolarmi su per la schiena e nel ventre, era bellissimo. Sono calde e brutali, sono orrende e meravigliose.

Mi sto arrendendo e sto tornando me stesso. Sono l'ombra, l'urlo, le nubi roventi della notte. Cristobal è devoto ai Loa, io sono devoto a dei molto più antichi. Vengono dal buio del passato, dello spazio. Gli umani non hanno il coraggio di pronunciare i loro nomi. Io li urlo con tutto il fiato che ho in gola. Io costruirò un regno per noi. Per me, per te, per i nostri fantasmi, per gli dei di fiamma, fosse anche grande come una bara o una fossa. Lo costruirò con o senza di te. Se morirai per primo, il tuo fantasma sarà il mio fantasma più bello. Se morirò per primo, la mia ombra sarà la tua ombra più nera. Io quel regno lo costruirò comunque. Il mio angolo per bruciare. 
Voglio essere libero. Voglio essere grande. Come è grande il fuoco delle stelle quando muoiono.


E divorano tutto in un fulgore di tuono.

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